La fontana di Sperlinga è alimentata da una sorgente perenne posta sotto l’omonima Rocca che produce acqua a bassissima temperatura. In estate è fonte inestimabile per l’abbeveraggio delle bestie autoctone, cioè mucche, asini, muli, pecore e capre.
Fungeva anche da ghiacciaia per fiaschi di vino, ma era utile soprattutto per irrigare gli orti che sorgevano nelle vicinanze. La fontana, così come la vediamo oggi, data di inizio 1810 e sappiamo che ne ha sostituita una precedente già in essere dal medioevo.
Nei racconti tramandati dal popolo si cita la fontana quale sosta per abbeverare i cavalli dei portavoce al servizio dei due prìncipi che dei castelli di Tripi (Abacena) e Novara (Nouè).
Si racconta, ancora, che è stato un luogo dove sono stati commessi svariati sequestri e rapine a scapito dei poveri messaggeri dei prìncipi: il rifugio naturale dei briganti era proprio l’anfratto, quasi inaccessibile, del sito archeologico risalente all’era paleolitica. A causa delle frequenti aggressioni i messaggeri furono costretti a utilizzare una via più a nord e più lunga per portare i dispacci loro assegnati.