Una chiesetta semplice affacciata sulla “Vallebona”. Dopo un po’ di trekking lungo i nostri “Cammini dei tre fiumi” è il luogo ideale per dedicarsi alla meditazione e visitare un sito dall’indiscusso valore storico.
Già, perché non lontano da dove oggi sorge la piccola chiesa ci sono i resti di un antico monastero costruito nel 1137 per iniziativa di Ruggero II. Fu proprio qui che dispose l’insediamento del potente ordine dei monaci cistercensi che ebbe proprio a Novara la sua prima enclave nel Regno di Sicilia.
Ruggero II, detto “il normanno”, incaricò della costruzione del monastero San Bernardo. Il santo delegò un certo abate Ugone, al tempo predicatore in Calabria, il quale si fece carico di scegliere il luogo esatto dove costruire. La leggenda narra che fu un sasso lanciato dal cucuzzolo della montagna dallo stesso abate Ugone a decidere per lui.
Nel 1731, però, a causa delle alluvioni dei torrenti circostanti, l’abbazia venne abbandonata e i pochi monaci rimasti si trasferirono sulla parte alta dove venne edificata una chiesa in onore del fondatore: Sant’Ugo.
Oggi è l’antica e semplice chiesetta di Santa Maria la Noara a Badiavecchia, distante pochi chilometri da Novata di Sicilia. Qui la devozione verso Sant’Ugo, eletto protettore dell’intero comune nel 1666, è ancora fortissima. Basti pensare che se ne custodiscono le reliquie tra cui il teschio, i suoi guanti, un fazzoletto di seta e una giara. La leggenda narra che l’acqua contenuta nella “Giara di Sant’Ugo”, un’anfora a bocca esagonale utilizzata proprio dal santo, venisse bevuta dai novaresi nella speranza di guarire dai malanni.
Insomma, in questo piccolo anfratto di Sicilia mito e realtà si intrecciano fino a intersecarsi: luoghi mistici da esplorare lungo i nostri “Cammini dei tre fiumi”.